Un uomo provvisorio

15,00

COD: ISBN 978 88 516 0252 9 Categorie: ,
Descrizione

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La riedizione di Un uomo provvisorio, che copre un vuoto di oltre quarant’anni, è anche l’occasione, attraverso il denso saggio di Sebastiano Martelli, per la riscoperta di un romanzo per lo più trascurato e sul quale lo stesso Jovine aveva richiamato l’attenzione definendolo «una autobiografia mentale». Viene qui ricostruita la formazione dello scrittore tra il Molise e Roma dove, dalla fine degli anni Venti, entra in rapporto con alcuni protagonisti della cultura italiana e collabora intensamente a giornali e riviste. Vengono del pari approfonditi i posizionamenti nel dibattito letterario coevo, in particolare le elaborazioni teoriche e critiche di un nuovo realismo, e il rapporto con il fascismo, a proposito del quale gioca un ruolo fondamentale la prima formazione idealistica alimentata dalla lettura di De Sanctis, Croce e Gentile. Un uomo provvisorio, con opzione metanarrativa, mette in campo un confronto serrato con la cultura della crisi, con la narrativa del modernismo che al tempo della scrittura del romanzo mostrava di essere in fase di esaurimento. L’opera di Jovine, utilizzando anche la chiave allegorica e parodica nonché le tecniche del romanzo modernista, racconta le “peripezie” intellettuali ed esistenziali del protagonista Giulio Sabò, la sua “provvisorietà”, fino al ritorno nella terra natia che potrebbe costituire l’uscita di sicurezza da una condizione precaria.

 


Ascolta la radio intervista su RaiRadio3 – Zazà – Meridione cultura società – La mancanza del Sud dal minuto 52:30 al 1:05:57

 

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14,5 x 20,5 cm
pp. 280

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Autore

Autore

Francesco Jovine – (Guardialfiera 1902 – Roma 1950), scrittore tra i più apprezzati del Novecento, con la sua narrativa dal forte imprinting storico-antropologico ha realizzato una originale rappresentazione del Molise e del Mezzogiorno, attraversando artisticamente alcuni snodi fondamentali: il passaggio all’Unità visto dalla parte del mondo contadino (Signora Ava, 1942); la prima grande emigrazione transoceanica (Il pastore sepolto, 1945); il vissuto al tempo del Fascismo nel microcosmo molisano (L’impero in provincia, 1945); la contrastata condizione del giovane intellettuale provinciale (Un uomo provvisorio, 1934; Tutti i miei peccati, Uno che si salva, 1948). Il suo ultimo e più noto romanzo, Le terre del Sacramento (1950), considerato dalla critica un riferimento importante della stagione del neorealismo, ebbe consacrazione con il Premio Viareggio, assegnato pochi mesi dopo la precoce scomparsa dello scrittore.